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Recensioni |
Pubblicato il 02/11/2017 alle 17:20:53 |
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Second Opinion, la raffinata lezione di Peter Erskine and The Dr. Um Band
Guardare al futuro ripartendo dal passato � da sempre l�obiettivo di Peter Erskine che a distanza di tredici mesi d� alla luce il seguito del suo folgorante Dr.Um
PETER ERSKINE AND THE DR.UM BAND
�Second Opinion�
(Fuzzy Music)
Guardare al futuro ripartendo dal passato � da sempre l�obiettivo di Peter Erskine che a distanza di tredici mesi d� alla luce il seguito del suo folgorante Dr.Um, con cui ha ricevuto una nomination ai Grammy Award nella categoria Best Jazz Instrumental Album. Una tappa importante e non un punto di arrivo per un musicista da sempre all�avanguardia come dimostrato negli anni in cui ha collaborato con i Weather Report e, successivamente, con gli Steps Ahead. Second opinion sembra restituire Erskine ad una nuova giovinezza grazie anche al supporto di John Beasley, alle tastiere, Bob Sheppard, ai sassofoni e al flauto, e Benjamin Shepherd, al basso. Quest�ultimo sostituto di Janek Gwizdala, presente nel disco precedente.
La qualit� tecnica e compositiva dei musicisti esalta il quartetto il cui suono corposo ed elegante si esprime con gli interventi misurati, che rendono suggestivo un album che � la perfetta sintesi di ci� che oggi in America viene definito come contemporary jazz. Proprio l�esemplare fusione di jazz e funk e gli accenni di soul la fanno da padrone in ognuno dei nove brani in cui il quartetto sente la necessit� di trasmettere suggestioni profonde. Sono proprio i tratti jazz-funk dell�iniziale Hypnotherapy che riconducono ai Weather Report. Esemplare la performance al pianoforte di Beasley e di Sheppard, al sax, che dialogano sostenuti dalla imponente sezione ritmica. Un inizio accattivante in cui il suono di Erskine e della sua band non indulge mai troppo con s� stesso. In Eleven eleven l�intro e l�assolo funk del basso di Shepherd, in aggiunta alle tastiere di Beasley riconducono alle sonorit� care a Joe Zawinul. Altrettanto si pu� dire di Lida Rose con un intro di basso che porta alla mente Jaco Pastorius.
Ma sarebbe un errore pensare a Second opinion come ad un album che �omaggia� i Weather Report. Sicuramente quei suoni sono nel DNA di Erskine ed � inevitabile che ogni sua idea riparta da essi sviluppandoli e rendendoli attuali. Peter Erskine and The Dr.Um Band fanno tesoro dei dettami della band di Joe Zawinul e Wayne Shorter, cos� come quelli di Don Grolnick degli Steps Ahead senza restarne �imprigionati�. Li esaltano e li arricchiscono con grande sapienza, lasciando libera la loro fantasia come nelle delicate Street of dreams, di Victor Young, e Dreamsville, di Henry Mancini, i due momenti pi� raffinati dell�intero album. Second opinion � un album eccellente, una lezione di classe che dovrebbe essere presa come esempio da tutti i musicisti che si avvicinano al jazz, ma anche a quelli che hanno bisogna di trovare nuove idee.
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